Dopo il successo dell’esposizione triestina prosegue in un viaggio itinerante la mostra di Marina Marcolini presso lo spazio espositivo della Corte del libro di Tolmezzo (via Roma, 11/13 – UD).
La mostra organizzata da Elena Cantori in collaborazione con L’Associazione culturale DayDreaming Project, presenta per la prima volta a Tolmezzo le opere dell’artista bresciana Marina Marcolini.
La pittrice si definisce autodidatta, ma la sua formazione avviene presso l’Accademia Cignaroli di Verona dove apprende l’arte figurativa classica anche se una delle maggiori qualità della Marcolini è quella di non essere fedele ad uno stile perchè « non si può restare in nessun dove».
L’artista Ha esplorato diversi linguaggi pittorici passando dall’arte povera, realizzata in un paese povero ma ricco di suggestioni come l’Africa, attraverso l’utilizzo delle carte stagnole, del catrame e del cemento, per arrivare all’iperrealismo subito superato nel lirismo della memoria di antichi panneggi e nell’erotismo della carnosità delle pieghe delle macro-verdure, agli intensi e silenziosi ritratti di donne africane, alla malinconia romantica dei notturni, dove la scomparsa dell’uomo lascia posto alla vegetazione e agli animali che si rimpossessano della terra, alle ultime ironiche e a volte dissacranti opere di rivisitazione dei grandi capolavori. Il critico Osvaldo Ponzetta definisce la sua arte citando Friedrich «l’unica fonte vera dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un’anima pura e candida. Un quadro che non scaturisca di là può essere solo un vano virtuosismo. Ogni opera autentica, è concepita in un’ora sacra, attuata in un’ora benedetta; un interno impulso la crea spesso all’insaputa dell’artista.»