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OLTREMARE di Giuseppe Ponzio

sino al 23 marzo 2024 presso la galleria EContemporary sarà visibile la mostra personale dell’artista romano Giuseppe Ponzio a cura della storica dell’arte Laura Turco Liveri.

Un’esposizione che è frutto della collaborazione della galleria con l’archivio Giuseppe Ponzio e che porterà all’attenzione del pubblico un’ampia raccolta di circa 20 opere di medio e grande formato, illustrative dell’articolato percorso stilistico dell’artista che, partito dai grafemi delle antiche scritture, declina segno e campiture di colore alternando spessore materico e gradazioni tonali, fino ad arrivare ad un distillato di segni e colori puri che si estrinsecano anche in costruzioni tridimensionali.

In omaggio alla città di Trieste, si è scelto il titolo Oltremare a significare la peculiarità delle città di mare per la crescita culturale che gli scambi commerciali e non favoriscono.

La curatrice scrive: “il concetto di “limite-confine”, come egli stesso definisce il proprio lavoro nel 2017, ne ha caratterizzato come un filo continuo la ricerca “non tradizionale”, sia nella realizzazione materiale che nella personale riflessione filosofica.
Una riflessione che arriva alla conformazione di una circolarità della percezione dell’opera: l’osservatore viene guidato dalla sua stessa curiosità ad indagare ancora più a fondo all’interno dell’opera stessa e soprattutto ‘dietro’ le varie parti che la compongono, nell’alternarsi di vuoti e di ‘oggetti’, di superfici specchianti e scritture indecifrabili – a inchiostro, a grafite, incise sul colore o su foglia d’argento – oltre  la realtà convenzionale, oltre l’apparenza. La scrittura gestuale, svincolata da qualsiasi significante, si raccoglie in segno libero, in “neoscrittura”, e diviene ritmo e tessitura di superfici autoreferenziali, a volte dipanata su rotoli o pagine rigide bloccate in una sospensione infinita: contenuto stesso dell’opera, apre un dialogo con tutti gli elementi costruttivi e materiali della composizione.

[…] La nostra tradizionale, occidentale necessità di razionalizzare in nessi logici e di racchiudere contenuto e forma in una griglia riconoscibile e ascrivibile alle nostre precedenti esperienze, viene scardinata partendo da presupposti assolutamente differenti, e dove è importante il fare, l’esperienza personale dell’opera nell’opera, la pratica dell’arte insomma, vero e proprio comportamento che pone l’artista e l’opera sul medesimo piano di confronto.” La mostra sarà aperta al pubblico sino al 23 marzo 2024 e in questa data si svolgerà un finissage con un concerto del compositore e musicista Luca Fontanella che presenterà dei brani ispirati dalle opere di Giuseppe Ponzio.

Until March 23, 2024 at EContemporary gallery will open the solo show of artist Giuseppe Ponzio curated by Laura Turco Liveri.

An exhibition that is the result of the gallery’s collaboration with the Giuseppe Ponzio archive and will bring to the public’s attention a large collection of about 20 works of medium and large format, illustrative of the artist’s articulated stylistic path that, starting from the graphemes of ancient scriptures, declines sign and color fields alternating textural thickness and tonal gradations, until arriving at a distillation of pure signs and colors that are also expressed in three-dimensional constructions.

As a tribute to the city of Trieste, the title Oltremare was chosen to signify the peculiarity of seaside cities for the cultural growth that trade and non-trade exchanges foster.

The curator writes: “the concept of “limit-boundary,” as he calls his own work in 2017, has characterized as a continuous thread his “non-traditional” research, both in material realization and in personal philosophical reflection.
A reflection that arrives at the conformation of a circularity of the perception of the work: the observer is guided by his own curiosity to investigate even deeper within the work itself and especially ‘behind’ the various parts that compose it, in the alternation of voids and ‘objects,’ of mirrored surfaces and indecipherable writings – in ink, graphite, engraved on color or on silver leaf – beyond conventional reality, beyond appearance. Gestural writing, freed from any signifier, gathers in free sign, in “neo-writing,” and becomes rhythm and texture of self-referential surfaces, sometimes unraveled on scrolls or rigid pages locked in infinite suspension: the very content of the work, it opens a dialogue with all the constructive and material elements of the composition.
[…] Our traditional, Western need to rationalize in logical connections and to enclose content and form in a recognizable grid that can be ascribed to our previous experiences, is disrupted by starting from absolutely different assumptions, and where it is important to do, the personal experience of the work in the work, the practice of art in short, real behavior that places the artist and the work on the same plane of comparison.”